MORAZZONE NEI SECOLI

MOSTRA TEMPORANEA
Fotografia dell'interno di una sala del Museo Comunale di Morazzone

La città di Morazzone si è distinta già a partire dagli anni ‘90 per l’attenzione dimostrata nei confronti del patrimonio archeologico.

Pertanto, l’obiettivo dell’amministrazione comunale è quello di promuovere una serie di iniziative volte a d avvicinare i cittadini alla storia più antica del territorio e allestire un percorso storico-archeologico corredato da pannelli esplicative e supportato da attività divulgative e didattiche.

SPAZIO ESPOSITIVO PRESSO IL PALAZZO COMUNALE

Il percorso è stato allestito presso la sala sita al piano terra della sede municipale.

Alla sala si accede attraverso due porte collocate alle due estremità dell’ambiente che permette quindi un percorso circolare con ingresso ed uscita distinti, volto a facilitare la fruizione da parte dei visitatori

CONTENUTI DEL PERCORSO

Archeologico

Le aree di interesse archeologico del Comune di Morazzone risultano essere due:

  • Località Gerbo
  • Località Santa Maria Maddalena


La località Gerbo
è stata interessata da un unico rinvenimento, infatti nel giugno del 1978 fu recuperata dal Sig. Vedovato un’ascia litica in un terreno di sua proprietà (per maggiori rif. “Morazzone. Storia di una comunità Varese 1991” pag.25 ss).

La località Santa Maria Maddalena è stata oggetto invece da due campagne di scavi:

Campagna scavi 1992-1993 con il rinvenimento di sepolture risalenti all’epoca romana del tipo a cremazione.

Campagna scavi anno 2007 con rinvenimento di scheletri e di sei sepolture ad inumazione.

Queste sepolture risalenti all’epoca romana, probabilmente databili tra il I e il III secolo d.c. Le tombe, disposte secondo l’orientamento est-ovest, contenevano:

  • Resti scheletrici umani, ben conservati;
  • Corredi funerari composti da monete, piccoli oggetti in bronzo e ceramica;
  • Anfore e contenitori, forse usati nei rituali funerari o come offerte per i defunti.

Queste sepolture testimoniano la presenza stabile di una comunità romana, probabilmente collegata a una villa rustica o a un piccolo centro abitato.

Per meglio descrivere il percorso espositivo sono stati creati otto pannelli esplicativi visibili nella mostra qui di seguito specificati:

  1. Il territorio della provincia di Varese tra Romanizzazione e Altomedioevo
  2. La collina della maddalena a Morazzone
  3. Le campagne di scavo del 1992-1993
  4. Le campagne di scavo del 1992-1993. I riti funerari nell’epoca romana
  5. La campagna scavo del 2007
  6. Materiali e tecniche di lavorazione nell’antichità: la pietra e i metalli
  7. Materiali e tecniche di lavorazione nell’antichità: la ceramica
  8. Materiali e tecniche di lavorazione: il vetro

I reperti sono stati inseriti in tre vetrine espositive:

Nella prima sono stati inseriti un’ascia litica e materiali rinvenuti nelle tombe durante gli scavi del 1993.

Nella seconda vetrina sono stati inseriti reperti degli scavi del 1992 e 1993 inquadrati cronologicamente e per tipologia:

  • La ceramica protostorica
  • I reperti tardo-antichi e medievali: la ceramica, la pietra ollare, il vetro.
  • I reperti rinascimentali: la ceramica invetriata, la ceramica graffita padana
  • I materiali edilizi di età rinascimentale: tegole, cocciopesto, mattoni
  • I reperti post-rinascimentali: intonaci, terraglia

Infine, nella terza è stato allocato lo scheletro rinvenuto nelle campagna scavi del 1992-1993.

Storico

La mostra temporanea dedicata ai beni storici militari è stata intitolata “Memorie di Morazzone (1822–1943)”rappresenta un viaggio nel tempo attraverso oggetti che testimoniano la vita quotidiana, i valori e le vicende storiche della comunità di Morazzone.

Non si tratta di reperti storici in senso stretto, ma di cimeli, ovvero oggetti di valore affettivo e simbolico, raccolti e conservati dai cittadini stessi. Questi cimeli sono stati donati o messi a disposizione per la mostra da famiglie, collezionisti locali e associazioni del territorio.

Gli oggetti esposti sono databili dal 1822 al 1943, altri sono databili intorno agli anni ’50.

L’esposizione tende a valorizzare i beni di valenza storica, trasformandoli da reperti storici a vere e proprie “reliquie civili”, testimoni non solo degli eventi bellici cui sono ascrivibili, ma soprattutto del fenomeno popolare di ricostruzione del mito del risorgimento ottocentesco.

Il percorso espositivo si articola in diverse sezioni cronologiche e tematiche, ognuna arricchita da cimeli che testimoniano:

  • La vita quotidiana dell’Ottocento (1822–1900)
  • Il passaggio alla modernità e le guerre mondiali (1900–1943)

Ogni cimelio è accompagnato da una scheda descrittiva che ne racconta la storia, la provenienza e il contesto familiare o sociale, mettendo in luce il legame affettivo con chi lo ha conservato.

Lo scopo dell’esposizione è la possibilità di raccontare proprio il fenomeno della costruzione del mito risorgimentale che, evidentemente attivo anche a Morazzone, è qui proseguito sino a comprendere anche oggetti delle due Guerre Mondiali.

In conclusione possiamo affermare che “Memorie di Morazzone (1822–1943)” è molto più di una semplice esposizione: è un atto di memoria condivisa, una testimonianza dell’importanza della partecipazione civica nella conservazione del patrimonio culturale locale.