La Chiesa di Santa Maria Madre

Un’antica presenza di fede tra le colline
Fotografia dell'esterno della Chiesa di Santa Maria Morazzone

La chiesa di Santa Maria Madre, incastonata nel paesaggio collinare del centro abitato di Morazzone, è uno dei luoghi di culto più antichi e amati del paese. La sua storia affonda le radici almeno al XIII secolo: a quell’epoca è già citata nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani” di Goffredo da Bussero, un antico catalogo delle chiese della diocesi milanese.

L’edificio attuale risale al XV secolo, ma il restauro del 1987-88 ha riportato alla luce tracce murarie di una cappella precedente, segno della continuità di culto in questo luogo sacro. Dal 1449 divenne sede di cappellania stabile, con un sacerdote dedicato che vi celebrava messa quattro giorni alla settimana. Le rendite, cospicue, provenivano da lasciti fondiari di Giovanni Antonio Bizzozero, ricco proprietario varesino.

Un punto di riferimento spirituale e popolare

Per secoli, Santa Maria Madre è stata un riferimento spirituale per la comunità. Ne sono prova le sepolture rinvenute sotto il pavimento e la titolazione “Madre di Dio”, indicativa della sua antichità. Nei verbali delle visite pastorali tra il XVI e il XVIII secolo, troviamo notizie precise sul suo stato e sul suo utilizzo. Nel 1566 San Carlo Borromeo la trovò trascurata e usata come locale per la lavorazione del lino. Quarant’anni dopo, suo nipote il cardinale Federico Borromeo ne rilevò invece una condizione migliorata e ne annotò per la prima volta gli affreschi devozionali, tra cui un’effigie della Madonna.

Nel corso del Settecento, la chiesa fu oggetto di importanti lavori che ne modificarono sensibilmente l’aspetto: vennero realizzati il campanile, il soffitto ligneo a cassettoni, la cappella di Sant’Antonio Abate e una generale risistemazione degli spazi interni. Nel tempo subì poi ridipinture e manomissioni che portarono a un parziale oblio del suo valore storico-artistico, fino al restauro del 1987-88, che ne riscoprì la ricchezza.


Un piccolo scrigno di arte sacra

L’interno si presenta a navata unica rettangolare, sovrastata da un soffitto a cassettoni settecentesco. Ma l’anima più autentica della chiesa è data dagli affreschi votivi del XV e XVI secolo, riaffiorati in occasione dei restauri più recenti.

Al centro della parete settentrionale si trova un dittico affrescato con Madonna in trono con Bambino e Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e dei contadini. Si tratta di una composizione del XV secolo, spostata nel 1856 dalla parete della cappella omonima, perdendo così l’originario contesto liturgico.

Sulla stessa parete si riconoscono inoltre:

  • un San Rocco
  • un lacerto di Presepe, con San Giuseppe, un angelo con cartiglio (“Gloria in excelsis Deo”), il bue e l’inizio della capanna
  • una Madonna in trono
  • un santo vescovo (forse Sant’Ambrogio)

Chiesa Santa Maria Morazzone

Sopra la porta laterale è visibile un frammento di Crocifissione del XVI secolo, mentre nella sua posizione originaria – sopra l’arco della cappella della Madonna – sono ancora distinguibili le tracce delle braccia del Cristo (nascoste dal soffitto a cassettoni).

Chiesa Santa Maria Morazzone


Le cappelle: Santa Maria Madre e Sant’Antonio Abate

Nella cappella della Beata Vergine Maria, ridisegnata nel XVIII secolo, si trova oggi una statua lignea della Madonna con Bambino acquistata a Milano nel 1927 per volontà dell’Arcivescovo Ferrari, in sostituzione di una precedente statua in legno “vestita”, considerata ormai logora e quindi distrutta (le memorie storiche del paese raccontavano che è stata bruciata) secondo le consuetudini del tempo.

La cappella di Sant’Antonio Abate, edificata nel 1747, fu concepita per accogliere la pala d’altare con l’affresco della Madonna e del Santo, oggi spostato nell’aula. La statua attuale del Santo, acquistata a Varese nel 1856, mostra i suoi simboli iconografici: il fuoco e il maiale.

Devozione popolare e memoria viva

Santa Maria Madre è ancora oggi molto cara alla popolazione. Vi si celebra una messa settimanale, e ogni 16 gennaio si accende il tradizionale falò di Sant’Antonio Abate, rito comunitario molto sentito. Ai piedi della statua della Madonna, gli ex-voto raccontano la gratitudine silenziosa di generazioni di morazzonesi.