I resti della Chiesa di Santa Maria Maddalena

Un luogo sacro su una collina millenaria
Fotografia dell'antica chiesa di Santa Maria Maddalena Morazzone

Pochi luoghi raccontano con altrettanta forza la lunga continuità tra mondo romano, cristianesimo delle origini e devozione popolare quanto la collina della Maddalena, appena fuori dal centro di Morazzone. Qui sorgeva l’antica chiesa di Santa Maria Maddalena, una piccola ma significativa costruzione medievale, eretta – secondo una tradizione attestata da più fonti – sui resti di un tempio romano dedicato a Giove. La posizione strategica, dominante sulle vie tra Castelseprio e Varese, e le numerose testimonianze archeologiche ne fanno uno dei siti più antichi e affascinanti del territorio.

Citata già nel XIII secolo nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, la chiesa fu definita “piccola” nella visita pastorale di San Carlo Borromeo del 1570, quando fu declassata a oratorio sussidiario e i suoi beni incorporati a quelli della parrocchiale di Sant’Ambrogio. Mantenne una sua funzione liturgica fino al Novecento.

Ogni anno nella settimana del 22 luglio, giorno della festa liturgica di Santa Maria Maddalena, viene celebrata una Santa Messa sull’altare in pietra presente sul sito. A testimonianza della devozione popolare, nel 2000, in occasione del Grande Giubileo, è stata collocata una croce con al centro la campana “Letizia”, che ancora oggi accoglie i fedeli.

Un crocevia tra romanità e cristianesimo

La chiesa conservava importanti epigrafi di epoca romana, poi trasferite alla parrocchiale, tra cui le celebri lapidi dei fratelli Senzii, legionari della IV legione Scitica, testimonianza diretta della presenza romana in zona già nel I secolo d.C. Una terza lapide è invece la stele funeraria dedicata a Donnia Pupa, donna appartenente a una famiglia romana locale, ulteriore conferma della presenza di una comunità insediata stabilmente sul territorio già in età imperiale.

Durante i restauri e gli scavi condotti tra il 1991 e il 2007 sono emersi resti archeologici di straordinaria importanza, tra cui necropoli a incinerazione e inumazione, strutture murarie, corredi funerari e ceramiche tardoantiche. In particolare, si è scoperto che la chiesa cristiana fu costruita su una necropoli romana attiva dalla prima metà del I secolo d.C. fino almeno al VI secolo, e che a sua volta fu modificata in epoca altomedievale, probabilmente tra VII e VIII secolo.

Le testimonianze archeologiche

Le tre campagne di scavo (1991, 1992-1993, 2007) hanno rivelato una stratificazione storica complessa. Tra i rinvenimenti più significativi:

  • Tre sepolture romane a incinerazione, tra cui una con urna cineraria e corredo in vetro, ceramica e metallo.
  • Quattro tombe altomedievali in pietra, una delle quali in posizione privilegiata davanti all’altare, all’interno della chiesa.
  • Sei sepolture a inumazione scoperte nel 2007 davanti alla facciata della chiesa, tutte orientate Est-Ovest, databili al Medioevo.
  • Un frammento di ceramica invetriata con decorazione a cordone e linea ondulata, databile al IV secolo d.C.

Le evidenze suggeriscono una continuità d’uso cultuale e funerario per oltre un millennio, dal periodo romano fino all’età moderna. La sovrapposizione tra tombe e strutture murarie racconta di un sito che si è trasformato nel tempo, mantenendo però sempre un forte valore simbolico e spirituale.

La fine di un edificio, l’inizio della memoria

Nel corso del Novecento, dissesti geologici e condizioni statiche critiche portarono alla chiusura della chiesa, che venne demolita nel 1967. Restano oggi visibili solo i resti murari perimetrali, ma grazie agli scavi e agli studi archeologici, è stato possibile ricostruirne le fasi evolutive:

  • una prima chiesa romanica monoabsidata, costruita sopra l’area funeraria altomedievale;
  • un successivo ampliamento con allungamento della facciata e aggiunta di un portico;
  • la progressiva rovina della struttura, documentata da numerose visite pastorali.

Un sito da riscoprire

La collina della Maddalena non è solo un luogo di rovine, ma un sito archeologico vivo, capace di raccontare l’identità profonda di Morazzone. È auspicabile che in futuro nuove campagne di scavo e valorizzazione restituiscano visibilità a questa eredità straordinaria.

Chi visita oggi questo luogo, immerso nel verde e nel silenzio, può ancora percepire le tracce di una sacralità antica, fatta di pietre, riti, sepolture e preghiere, che hanno attraversato i secoli lasciando segni profondi nella terra e nella memoria della comunità.